La pace fiscale, stando alle notizie trapelate nei giorni scorsi, riguarderà con ogni probabilità i debiti con il fisco fino a 500 mila euro, e consentirà di sanare non solo le cartelle esattoriali ma anche le pendenze attualmente in corso di giudizio. Questi al momento sono gli elementi che caratterizzano la misura di condono promossa dall’attuale Governo. Vediamo come si configura il provvedimento e quali sono i dubbi ancora da chiarire.

Inizialmente il Governo aveva parlato di una sanatoria limitata ai soli debiti fino a 100 mila euro, ma ora l’ipotesi più probabile è che il suddetto limite venga innalzato fino a 500 mila euro. Non ci sono però ulteriori indicazioni sul modo in cui sarà regolamentata la misura del condono. Per esempio, non è chiaro se sussisterà anche un limite alle singole infrazioni o cartelle esattoriali, o se invece sarà possibile sanare anche la singola cartella da 500 mila euro. Il punto è che da una parte il Governo ha a più riprese sottolineato che la pace fiscale non deve essere rivolta ai grandi evasori, ma a coloro che non sono riusciti a pagare le tasse per situazioni di difficoltà. Ma dall’altra, c’è appunto l’esigenza di fare cassa, e in base ai dati dell’Agenzia delle Entrate, circa il 18% delle somme non riscosse è sotto i 100 mila euro mentre le pendenze fra 100 mila e 500 mila euro sono stimate nel 16%. Per quanto riguarda le aliquote, si è parlato di una possibilità di sanatoria pagando il 10% o il 15% del dovuto, oppure dell’applicazione di tre diverse aliquote, 6%, 15% e 25%, in base all’entità della somma non pagata.
E’ sicuro che la pace fiscale riguarderà i debiti con il fisco e con ogni probabilità anche le infrazioni al codice della strada. Non è chiaro tuttavia se vi saranno ricomprese altre tasse comunali come ad esempio la TARI o l’IMU, o le pendenze di carattere contributivo.

Un altro elemento da valutare riguarda il rapporto con le misure di rottamazione degli ultimi anni: cosa succede ai contribuenti che, aderendo alle rottamazioni degli ultimi due anni, stanno ancora pagando le rate ma preferirebbero aderire alla più conveniente pace fiscale? Dal punto di vista del gettito, il Governo sicuramente ritiene utile escluderli per evitare che alle maggiori entrate della pace fiscale corrisponda una perdita delle entrate derivanti dall’adesione alle rottamazioni. Bisognerà vedere in che modo questa esigenza verrà coniugata con il principio di equità, anche se di equo c’è ben poco nei confronti di coloro che invece le tasse le hanno sempre pagate.

Le risposte arriveranno in ogni caso nelle prossime settimane, con la presentazione della manovra per il 2019, e del decreto fiscale collegato.

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